Porsche ha acquisito il 35% di Flix  grazie a un investimento congiunto col fondo svedese Eqt e il magnate della logistica Klaus-Michael Kühne, primo azionista, fra l’altro, di Hapag-Lloyd e Lufthansa. Perché gli autobus verdi di Flixbus attirano così tanti investitori?

Impossibile non avere mai visto, specie in estate, i caratteristici autobus dalla livrea verde su strade e autostrade. Perché quella dell’ormai ex startup Flixbus si è rivelata nel giro di pochi anni una idea vincente, ovvero trasportare i turisti su gomma, precisamente sugli autobus.

Un nuovo modo di viaggiare più attento all’ambiente e, soprattutto, low cost: caratteristiche capaci di attrarre una gioventù sensibile all’imperante ideologia green e con pochi soldi in tasca. Ma i giovani non sono i soli a essere stati attratti dal rampante operatore tedesco di autobus: pure Porsche, in cordata col fondo d’impatto Eqt Future di Eqt e Kuhne Holding, ha deciso di investire in Flix.

COME FUNZIONA FLIXBUS

Del resto, la tassa sul clima che la Ue intende far gravare sulle compagnie aeree, i cui aggravi saranno probabilmente scaricati sui costi dei biglietti (si parla di rincari anche di 70 euro) rendendo antieconomiche le tratte più brevi, sembra far tramontare l’epoca dei voli a prezzi stracciati delle low cost e potrebbe tirare la volata a questo nuovo modo di intendere il trasporto turistico. Flix trattiene il 30% a titolo di commissione, mentre versa il restante 70% alla società di trasporti.

LE MOSSE INTERNAZIONALI

Messa in piedi nel 2011 da tre giovani tedeschi, Flix ha presto macinato più chilometri dei suoi bus, diventando una holding di più aziende presenti in 43 Paesi, dall’Europa all’America, fino all’Asia e al Sud America, riuscendo a trasportare 81 milioni di passeggeri solo nel 2023, anno in cui i ricavi hanno toccato quota due miliardi di euro.

Dopo l’espansione europea, Flixbus ha acquisito la turca Kamil Koç, quindi è volata negli Usa per comprare la statunitense Greyhound aumentando la copertura offerta. Nell’ultimo periodo è approdata anche in India e in Cile. E non si occupa solo di autobus e corriere da gran turismo: nel 2018 Flix è entrata nel mercato tedesco del trasporto ferroviario.

CHI SALE SUI BUS VERDI

Non sorprende se nell’ultimo periodo sui bus verdi di Flixbus siano saliti diversi azionisti di spicco, tra cui il fondo svedese Eqt e il magnate della logistica Klaus-Michael Kühne, primo azionista, fra l’altro, di Hapag-Lloyd e Lufthansa.

Quindi è venuto il turno di Porsche. Un investimento attorno al miliardo per rilevare il 35% del Gruppo. Volata la valutazione dell’operatore nato come startup, che ormai supera abbondantemente i tre miliardi di euro.

COME SE LA CAVA FLIXBUS ITALIA

Puntando sul turismo, non poteva mancare il presidio italiano, garantito da Flixbus Italia guidata da Andrea Incondi e localizzata nella centralissima Corso Como di Milano. La Srl guidata da Fabian Stenger è interamente di proprietà della holding Flix SE.

Flixbus Italia Srl ha chiuso il 2022 con costi per circa 129milioni di euro, di gran lunga superiori ai quasi 74milioni dell’anno precedente. Numeri comunque ancora falsati, è bene ricordarlo, dagli strascichi della pandemia che ha inciso in particolare sul settore turistico.

In netta crescita anche il valore della produzione: circa 135 milioni nel ’22, contro i 68 milioni del ’21. Con una differenza pertanto nel ’22 di circa 6 milioni di euro (5,8 a essere precisi) mentre nell’anno precedente più o meno la stessa cifra (5,3 milioni) era la passività. Con un risultato complessivo ante imposte di 5milioni e 194mila euro nel 2022 contro i 6milioni di perdite del ’21 e utili complessivi di 4milioni nel 2022 e perdite totali di 5milioni e 192mila euro nel 2021. Segno che i bus verdi hanno subito riniziato a correre dopo il Covid. Anche in Italia.

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