Era il 1923, esattamente un secolo fa, quando nasceva a Milano la Philips Società Anonima Italiana. Da allora sono trascorsi decenni in cui l’azienda ha lasciato il segno – in termini di innovazione – in moltissimi settori: dal mondo della musica, con la prima musicassetta e l’invenzione del compact disc, fino all’igiene orale, con l’implementazione dello spazzolino con tecnologia sonica. Uno dei fiori all’occhiello di Philips è da sempre l’ambito sanitario: oltre al sistema di risonanza magnetica nucleare, nel 2006 ha presentato il primo scanner al mondo con raggi X in 3D, e anche con le innovazioni arrivate negli ultimi anni sta senza dubbio contribuendo a quella trasformazione digitale che sta ridefinendo la salute e la sanità del domani, per un futuro che tutti desideriamo più sano e sostenibile, tanto per le persone quanto per il pianeta.

A distanza di 100 anni dalla sua nascita, non è esagerato dire che l’azienda è un indiscusso punto di riferimento nel settore della health technology, e necessariamente all’avanguardia per cogliere le opportunità della digitalizzazione dell’intelligenza artificiale per promuovere quella che definisce una people-driven innovation. Non è banale: i pazienti si aspettano sempre più cure personalizzate, ma il personale sanitario non sempre è in grado di gestire adeguatamente l’enormità dei dati a disposizione, a causa anche della carenza di software in grado di analizzarli in maniera efficace e semplice. Per di più, mentre gli ospedali e le cliniche si affrettano a digitalizzare le organizzazioni sanitarie, la carenza di personale e l’aumento delle malattie croniche determinano la necessità di accelerare nell’immediato i processi di diagnosi e di migliorare i trattamenti a domicilio.

L’implementazione di nuovi software di intelligenza artificiale permette di rendere più funzionali i flussi di lavoro, migliorando l’esperienza del paziente e automatizzando le attività amministrative. La sfida di porsi al servizio del progresso sociale ricercando soluzioni per migliorare concretamente la qualità della vita e il benessere delle persone è una costante nel tempo, ma si adatta ai cambiamenti: dall’intelligenza artificiale ai sistemi di screening, passando per il valore della telemedicina, la sanità ha obiettivi di lungo corso che guidano le scelte del presente.

Di seguito alcune dichiarazioni di Shez Partovi, che di Philips è il chief innovation officer, per fare il punto della situazione e gettare uno sguardo nel dietro le quinte del lavoro che si sta facendo:

L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno già avendo un grande impatto sul sistema salute, e nei prossimi anni saranno ancora più centrali. Abbiamo condotto un sondaggio presso i nostri clienti, da cui è emerso che l’83% di loro investirà in intelligenza artificiale nel prossimo triennio. Alcuni esempi di utilizzo virtuoso dell’intelligenza artificiale già ampiamente sperimentati arrivano dalla prevenzione in ambito cardiovascolare, tra cui i software per la predizione di eventi cardiaci avversi, che evidenziano anomalie nel ritmo del cuore, e i sistemi per il monitoraggio della terapia intensiva, che si è visto essere in grado di ridurre del 40% il rischio di morte”.

“L’Ai è anche in grado di aumentare la capacità diagnostica, e in particolare di farlo senza incrementare le spese per il sistema sanitario. Un esempio che ci riguarda è l’algoritmo SmartSpeed, che abbiamo messo a punto e che ha permesso di migliorare l’acquisizione e l’analisi dei dati durante la risonanza magnetica. Partendo da un input iniziale con informazioni parziali, produce immagini nitide ad alta risoluzione e di elevata qualità diagnostica, ripulite da rumori e da altri elementi potenzialmente ingannevoli. In questo modo si riducono le tempistiche di acquisizione dei dati, favorendo il compito dei medici e migliorando anche l’esperienza del paziente”.

“Tra le più significative innovazioni c’è BioTelemetry: un sistema che permette di monitorare, attraverso un piccolo sensore sul petto, una serie di parametri che indicano la salute cardiaca del paziente. Analizzando il ritmo cardiaco per 24 ore, l’algoritmo di intelligenza artificiale stabilisce se la persona avrà o meno un rischio elevato di aritmia nelle due settimane successive. Questo è particolarmente utile per i pazienti che hanno subito una chirurgia cardiaca o che hanno uno stent: grazie al monitoraggio dei dati, si stabilisce se la situazione è sotto controllo o se è necessario ritornare in ospedale per ulteriori controlli”.

“Tra tutte le tecnologie di screening disponibili, i dispositivi a ultrasuoni (le ecografie, ndr) hanno il grande vantaggio di essere utilizzabili nella maggior parte dei paesi del mondo, e questo permette di creare un database di informazioni molto ampio e rappresentativo della diversità. Un impegno irrinunciabile è anche di rendere i sistemi di imaging sempre più facili, funzionali e accessibili, utilizzando macchinari meno ingombranti e adatti ad ambienti e contesti differenti. Questo permette di promuovere la sostenibilità sanitaria ma anche l’equità diagnostica e di accesso alle cure”.

“Mi piace pensare che Philips è sempre stata sinonimo di innovazione e imprenditorialità, contribuendo a rendere lo sviluppo tecnologico un elemento di miglioramento sociale e di valore per le persone. La chiave non è solo innovare in sé, ma evolvere attraverso un sistema di co-creazione in cui si lavora con i clienti per generare nuovo valore. Agire individualmente non porta ad alcunché, ma le idee nascono proprio dalla comunicazione e dall’interazione con altri. In questo senso, potere collaborare con centinaia, se non migliaia, di altre realtà del comparto salute in giro per il mondo ci permette di avere una visione molto ampia delle dinamiche attuali, nonché identificare gli elementi chiave per lo sviluppo futuro. Non è un caso che Philips sia stata nuovamente riconosciuta, per decimo anno consecutivo, come Top 100 Global Innovator nella lista 2023 di Clarivate Analytics, che misura l’eccellenza incentrata sulla coerenza e sulla capacità di innovare”.

“In termini più generali, l’intelligenza artificiale generativa sulla falsa riga di ChatGPT avrà un ruolo triplice: anzitutto aiuterà le persone a comprendere meglio la propria condizione, poi sosterrà i medici nel promuovere modelli di cura sempre più efficaci e personalizzati. I trend ci dicono, infatti, che ogni anno si può disporre di un 36% di dati in più rispetto al precedente, e queste informazioni aiutano ogni aspetto clinico, dalla diagnosi al monitoraggio dei risultati fino al coinvolgimento attivo del paziente. Il terzo ambito di beneficio riguarderà l’ambito amministrativo, migliorando la gestione dei reparti e gli aspetti burocratici. Tutto questo implica la necessità di adeguare i dispositivi a queste nuove esigenze, considerando l’adattività un carattere essenziale della sanità del futuro. Grande attenzione continuerà a essere rivolta ai temi di sostenibilità, cura dell’ambiente, circolarità ed eco design, per raggiungere il più rapidamente possibile gli obiettivi di azzeramento delle emissioni nocive”.

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