In auto, in aereo, in treno o alla scrivania: probabilmente tutti almeno una volta nella loro vita si sono seduti su un sedile Recaro. Persino i calciatori professionisti. Una storia che rischia di terminare. Recaro Automotive ha infatti avviato una procedura di insolvenza.
Eppure il gruppo Recaro ha annunciato un aumento del 25% del fatturato dal 2022 al 2023 con le previsioni di una crescita simile per il 2024. Prospettiva che a quanto pare non comprende la divisione automotive.
Sgradita sorpresa
Anche l’IG Metall (sindacato tedesco) è stato colto di sorpresa dalla dichiarazione di insolvenza, come riportato da Automobilwoche: “Non è chiaro cosa significhi per i 215 dipendenti della Recaro Automotive GmbH di Kirchheim”, hanno dichiarato portavoce del sindacato: “Ci aspettiamo che vengano vagliate tutte le opzioni per garantire i posti di lavoro e trovare una soluzione sostenibile”. <img src="https://cdn.motor1.com/images/static/16×9-tr.png" alt="
I sedili della Ford Fiesta ST
” width=”16″ height=”9″>Reazione simile dal consiglio di fabbrica che ha espresso il proprio disappunto, in quanto la forza lavoro aveva contribuito a mantenere l’azienda economicamente stabile rinunciando a parte dei salari “Siamo delusi dalla direzione”, ha dichiarato Frank Bokowits, capo del consiglio di fabbrica.
Crisi generalizzata
La divisione Recaro Automotive non è stato l’unico fornitore dell’industria auto a presentare istanza di insolvenza: dopo il 2007, 2010, 2020 e 2023 anche il produttore di cerchioni BBS ha presentato istanza di insolvenza presso il tribunale distrettuale di Rottweil, a seguito anche dei mancati pagamenti degli stipendi di maggio e giugno. <img src="https://cdn.motor1.com/images/static/16×9-tr.png" alt="
I cerchi della Volkswagen Golf GTI BBS Concept
” width=”16″ height=”9″>L’IHS Management Services di Ratingen, proprietario delle fabbriche e del brand BBS, ha dichiarato in un comunicato: “Non abbandoneremo mai le persone che hanno percorso questo cammino con noi. Non abbandoneremo mai il marchio BBS, che per noi è uno dei più grandi marchi globali tedeschi. Abbiamo un piano e siamo determinati ad attuarlo”.
Anche in questo caso, il sindacato IG-Metall si è detto sorpreso e non conosce le ragioni della richiesta di fallimento. Quello che rimane è l’incertezza sul futuro dei due storici brand tedeschi.
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