La ricarica dell’automobile elettrica a casa rappresenta il metodo più comodo di tutti. Consente di ricaricare l’auto quando non è in uso, ad esempio durante la notte, in un modo simile a quello a cui tutti siamo già abituati da anni: la ricarica della batteria di dispositivi elettronici come smartphone, tablet, computer portatili e smartwatch. L’unica differenza è che l’automobile è un “dispositivo” più grande. Ma, dal punto di vista concettuale, il processo rimane lo stesso: basta collegare la spina e dedicarsi ad altre attività, come dormire o guardare la televisione.Per ricaricare nel box di casa è solitamente necessario installare una wallbox, che al suo interno integra tutti i dispositivi di monitoraggio, regolazione e controllo (cosiddetto Modo 3). I modelli sono tantissimi e per tutte le tasche. In caso di autorimesse sottoposte a Certificato Prevenzione Incendi (CPI) è necessario seguire alcune regole. Ma nessuno, né l’amministratore di condominio né l’assemblea, può impedire l’installazione a norma di una wallbox.

Nelle situazioni in cui la wallbox non è obbligatoria (ad esempio, attività e spazi non soggetti al controllo dei VVF e basse potenze di ricarica) è possibile utilizzare anche una presa industriale CEE al costo di poche decine di euro utilizzando un cavo di ricarica con dispositivo di sicurezza (o control box) integrato (Modo 2). In ogni caso è sempre necessario affidarsi per l’installazione a un elettricista che, al termine, deve rilasciare regolare dichiarazione di conformità. Le normative internazionali di riferimento generale che disciplinano i Modi di ricarica e le tipologie di connettori sono la CEI EN 61851-1 e 61851-2.

Oltre alla comodità di ricaricare senza togliere neanche un minuto alle altre attività, il grande vantaggio della ricarica a casa è il costo. A marzo 2024 le proposte di contratti luce offrono energia elettrica a costi indicizzati al PUN (a fine marzo meno di 10 centesimi/kWh) oltre a uno spread che va da zero a 3 centesimi. Anche le offerte a prezzo bloccato per 12 o 24 mesi offrono al momento l’elettricità a partire da 0,11 euro/kWh. Aggiungendo tutte le voci in bolletta relative al consumo energetico, come le perdite di rete, il dispacciamento, il trasporto e gli oneri di sistema, oltre all’IVA al 10%, si arriva a un costo complessivo di circa 0,20 € per kWh. È importante notare che le spese fisse relative al contatore non sono incluse in questo calcolo, poiché sono presenti indipendentemente dal possesso di un veicolo elettrico.

Ricarica auto a casa: 30 € per 1000 km

Con un consumo medio reale di 15 kWh per 100 km, il costo della ricarica dell’automobile elettrica a casa si traduce in soli 30 € per 1000 km. Questo dato va confrontato con i dati dell’osservatorio (Osservaprezzi Carburanti) del Ministero delle Imprese e del Made in Italy i quali indicano, per un’auto termica di segmento medio, una spesa media 120 € per percorrere la stessa distanza. In altre parole, la ricarica a casa per un’auto elettrica costa solo un quarto rispetto al costo del rifornimento di un’auto a benzina equivalente.

Ricarica fuori casa (per strada tramite colonnina)

Per coloro che necessitano di ricaricare l’automobile elettrica fuori casa, durante un viaggio o quando non è possibile utilizzare una wallbox a casa o al lavoro, è necessario utilizzare le colonnine di ricarica.

Esistono due tipologie di colonnine: quelle a ricarica lenta, utilizzando corrente alternata (AC), e quelle a ricarica veloce o ultraveloce, che operano con corrente continua (DC; Modo 4). Mentre a casa o in ufficio è possibile lasciare l’auto in ricarica per diverse ore, consentendo di svolgere altre attività o di riposare durante la notte, fuori casa questa opzione non risulta più percorribile. Qui, la priorità è la rapidità della ricarica, affinché sia compatibile con gli impegni e le attività in programma. Di conseguenza, diventa fondamentale utilizzare colonnine di ricarica veloce, che operano in corrente continua (DC).

Colonnine di ricarica auto: 50.000 punti in Italia nel 2023

Secondo il recentissimo report di febbraio pubblicato da Motus-E, l’associazione italiana composta da operatori industriali, università e rappresentanti dell’associazionismo ambientale e d’opinione per promuovere la mobilità elettrica, nel 2023 in Italia è stato superato il traguardo dei 50.000 punti di ricarica installati.

Per fornire un termine di paragone, basti pensare che gli impianti di distribuzione di carburante tradizionale in Italia sono circa 20.000, con diversi di essi già in fase di dismissione (è il numero più alto dei 27 paesi dell’Unione europea).  Sebbene il tasso di crescita delle colonnine installate sia stato notevole, con il numero che è raddoppiato in soli due anni, l’Italia rimane ancora indietro rispetto ad altri paesi europei in termini assoluti. Secondo i dati forniti dall’European Alternative Fuels Observatory della Commissione Europea, alla fine del 2023, paesi come Germania, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito contavano rispettivamente 126.000, 125.000, 149.000 e 73.000 punti di ricarica. Questo si traduce in un numero di punti di ricarica per abitante nettamente inferiore rispetto a questi paesi.

Tuttavia, complice anche la minore diffusione della mobilità elettrica nel nostro paese, la presenza di punti di ricarica per veicoli elettrici per singola automobile è più alta che in Francia, Germania e Regno Unito. Ciò significa che, proporzionalmente, i conducenti di veicoli elettrici in Italia hanno una maggiore disponibilità di punti di ricarica rispetto ai loro omologhi d’oltre Alpe. Questo è, senza dubbio, un segno positivo del progresso nell’infrastruttura di ricarica elettrica in Italia, che contraddice molti luoghi comuni spesso riportati anche da recenti inchieste giornalistiche televisive.

In espansione la rete di ricarica nelle autostrade

Analogamente agli altri Paesi, anche in Italia, però, la maggior parte delle colonnine di ricarica è di tipo lento, ovvero AC: 85%. La buona notizia è che la frazione di ricarica rapida è in costante aumento, passando dal 6% nel 2021 al 12% nel 2022 e, infine, al 15% nell’ultimo anno. Inoltre, finalmente dopo anni di fermo quasi assoluto, si sta espandendo velocemente la rete di ricarica nelle autostrade. Sempre secondo il report di Motus-E a fine 2023 vi erano 932 punti di ricarica (il doppio rispetto al 2022) in 153 aree di servizio, ovvero il 40% di tutte le aree di servizio presenti sul territorio. In questo caso la quasi totalità delle colonnine (85%) è a ricarica rapida o ultrarapida (DC), con oltre la metà con potenza pari o superiore a 150 kW. Questo consente una ricarica di un’automobile di medio-grandi dimensioni dal 20 all’80% in meno di 20 minuti, ovvero tempi compatibili con una sosta per un caffè o per una piccola pausa.

Il rapido miglioramento della situazione delle infrastrutture di ricarica lungo la rete autostradale è indubbiamente positivo, ma è evidente che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire una copertura completa e affidabile lungo tutte le stazioni di servizio. È fondamentale estendere la rete di ricarica e coinvolgere sempre più gestori, allo scopo di fornire agli utenti un’ampia gamma di opzioni (ad esempio, compatibilità con diversi abbonamenti) e garantire una maggiore flessibilità durante la ricarica, senza rischiare di trovare la colonnina già occupata o fuori uso.

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