Il Vietnam ha una popolazione in media molto giovane. Siamo stati ad Ho Chi Minh, un tempo nota come Saigon, capitale del Vietnam del Sud, oggi la città più grande del paese, dove si respira una atmosfera internazionale, e le nuove generazioni, che parlano inglese, lanciano le proprie startup online.
Come Nhu, che che ha creato Invi Bridge, un e-commerce per vendere i prodotti artigianali prodotti in Vietnam ai grandi negozi del mondo. Assieme alla popolazione molto giovane, il Vietnam è anche uno dei paesi più economici e convenienti del mondo, per questo le multinazionali tecnologiche coreane e giapponesi hanno cominciato a spostare qui i propri centri di produzione, portando nel paese investimenti miliardari, ma anche competenze nel settore tecnologico; così il Vietnam è passato dall’essere un paese dove semplicemente si assemblavano i microchip alla progettazione e produzione, lanciandolo nella mappa tecnologica globale dei semiconduttori. Ma a differenza dei vicini Giappone e Corea del Sud, forse anche dovuto allo stile di vita più tranquillo e meno ossessionato dal lavoro, i vietnamiti sono in media piu ottimisti riguardo al proprio futuro e tra i paesi più felici al mondo, secondo i sondaggi.
A Da Nang, città nel centro del paese, nota come località turistica, che è balzata in testa alle mete preferite dai nomadi digitali dove vivere e lavorare e nello stesso tempo è al centro di una riqualificazione governativa per renderla una importante area socio-economico. Di recente ha inaugurato il Da Nang-Seoul Start-up Innovation Center, una costola del più grande incubatore di startup della Corea del Seoul, paese che è un esempio per gli stati del Sud-est asiatico, passata in relativamente pochi anni dall’essere uno dei paesi più poveri del mondo a potenza tecnologica globale. Il tema dell’Intelligenza Artificiale è anche qui in Vietnam un tema caldissimo. A Da Nang esiste una startup che sta allenando l’intelligenza artificiale alla lingua vietnamita, parlata da 100 milioni di persone. EM & Ai ha sviluppato un software che usa l’intelligenza artificiale per analizzare le conversazioni in lingua vietnamita per Contact Center e si integra con i canali di comunicazione locale, come i sistemi di messaggistica che qui vanno per la maggiore come Zalo, una sorta di Whatsapp vietnamita, e che attraverso l’analisi dell’audio, permette di monitorare, migliorare e automatizzare le conversazioni e le risposte degli operatori.
Ma per capire quanto questo paese oggi si stia sposando sulla trasformazione digitale di ogni settore, bisogna recarsi nel remoto e tradizionale sud del paese, sul Delta del Mekong. Il Vietnam è il terzo più grande esportatore al mondo di gamberi, che è alla base di molti piatti tipici di questa area. La coltivazione dei gamberi avviene tradizionalmente in quella che viene chiamata piscicoltura, vasche che vengono riempite d’acqua di mare o acqua dolce, fino a quando non raggiungono le dimensioni adeguate e raccolti. Nella maggior parte dei casi si tratta di aziende a conduzione familiare, di piccole dimensioni, prive della tecnologia per soddisfare le crescenti richieste di produzione di gamberi. Inoltre, questo processo necessita di molto spazio, con conseguente deforestazione, e tanto consumo di acqua ed elettricità.
A Trà Vinh c’è il dottor My T, vietnamita che ha lavorato per anni in Canada, che in risposta ad un bando governativo per digitalizzare il settore agri-food, ha cominciato ad utilizzare big data, intelligenza artificiale e Internet delle cose nell’intero processo della coltivazione di gamberi. Ha creato un impianto tecnologico – Tomgoxy – che attraverso sistemi di aerazione per mantenere l’ossigeno nell’acqua, temperatura e salinità a livelli adeguati, è una app che permette ai coltivatori di monitorare, anche remotamente, i loro allevamenti e qualsiasi avanzamento dei loro gamberi e pesci, ogni dato, ogni informazione sulla salute. Inoltre, le vasche dove i gamberi vengono coltivati sono dotati di dispositivi intelligenti, tra cui sensori per il monitoraggio della qualità dell’acqua e altre innovazioni che hanno permesso di utilizzare solo il 50% del terreno per il trattamento dell’acqua, rispetto all’uso dell’80% usato prima. E che ha portato ad un aumento di 20 volte della produzione di questi. Con la sicurezza che siano sani e privi di malattie. E le mangrovie diboscate per la costruzione delle vasche, sono ripiantate nelle aree adiacenti.
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