La pandemia da Covid-19 ha determinato gravi conseguenze sull’economia mondiale. Nonostante il 2022 fosse iniziato con i migliori auspici di ripresa economica e sociale, il conflitto in Ucraina ha inferto un duro colpo al percorso di ripresa del quadro economico internazionale. Le complessità del contesto geopolitico hanno messo a nudo le vulnerabilità della globalizzazione, determinando una modifica delle prospettive di crescita, riviste al ribasso anche nel 2023.
Le ultime stime di aprile del Fondo Monetario Internazionale hanno lievemente ridotto la crescita del Pil mondiale: nel 2023 al 2,8%, nel 2024 al 3%. Sempre agli inizi di aprile, l’Organizzazione Mondiale del Commercio ha stimato una crescita del commercio globale dell’1,7%, in aumento rispetto alla precedente stima dell’1%, risalente allo scorso ottobre. Tuttavia, le proiezioni sia per il commercio che per la crescita della produzione risultano inferiori alle medie degli ultimi 12 anni, tra il 2,6% e il 2,7%. Questi numeri riflettono una ritrovata coscienza verso i rischi dell’interdipendenza economica, esacerbati dalla pandemia e dal conflitto ucraino, che hanno portato ad una riflessione sulla globalizzazione dell’economia e sulla riorganizzazione dei sistemi di produzione a livello internazionale.
Tuttavia, l’Italia è nota per avere da sempre una forte vocazione all’export. Nel 2021, le vendite oltreconfine delle imprese italiane hanno superato i 515 miliardi di euro. Nel 2022, il Made in Italy ha raggiunto un fatturato record di 625 miliardi di euro. In questo contesto, la grande sfida per l’Italia, che vede nell’internazionalizzazione una colonna portante dell’economia nazionale, sarà quella di trovare un equilibrio tra settorializzazione e globalizzazione, per non perderne i benefici. Un forte sostegno pubblico garantito tramite istituzioni quali il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), e in particolare Simest, riveste un ruolo centrale per dotare le imprese con vocazione internazionale degli strumenti più efficaci per rispondere tempestivamente alle evoluzioni degli scenari internazionali. In seguito alla pandemia e poi alla crisi energetica, il ruolo di Simest, la società del Gruppo Cdp che da oltre 30 anni sostiene la crescita delle imprese italiane all’estero, è stato potenziato in questa direzione.
Nel 2023, il Fondo 394 gestito per conto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale è stato individuato, per il terzo anno consecutivo, come strumento di azione per permettere alle imprese di fronteggiare i mutamenti dell’attuale contesto economico, continuando ad investire sull’innovazione e la crescita internazionale. Nel 2022, grazie alle risorse del Fondo 394 e a quelle stanziate dal Pnrr, Simest ha finanziato, per più di 1 miliardo di euro, circa 4 mila imprese, il 96% delle quali piccole e medie imprese, pilastro del sistema industriale italiano. A questa attività, attraverso la gestione del Fondo pubblico 295, si aggiunge quella a supporto della competitività degli esportatori italiani. In questo ambito Simest sostiene con contributi a fondo perduto le esportazioni a pagamento differito, oggi nella duplice forma di credito acquirente e credito fornitore. Tramite questo strumento, nei primi 4 mesi del 2023, sono state realizzate 54 operazioni per 5,77 miliardi di euro.
Ma la missione di Simest a supporto dell’internazionalizzazione delle pmi italiane non si esaurisce alla sola erogazione di contributi agevolati. Simest acquisisce partecipazioni di minoranza di medio-lungo termine in progetti di espansione oltreconfine, in partnership con il Fondo di Venture Capital gestito per conto della Farnesina. L’attuale portafoglio conta 222 progetti all’estero, per 730 milioni di euro, in tutto il mondo e nei principali settori del Made in Italy. Ad inizio anno, Simest ha avviato il nuovo Piano Strategico per il triennio 2023-2025. Con la prossima riapertura dei finanziamenti agevolati, continuerà a rafforzare il proprio supporto verso le pmi tramite nuovi strumenti per promuovere gli investimenti delle imprese con vocazione internazionale. Sarà ancor più consolidato il supporto a favore della twin transition, stimolando la transizione digitale e sostenibile delle aziende italiane, e a favore della formazione delle competenze internazionali e al rafforzamento patrimoniale. Inoltre, il target di riferimento sarà ampliato per essere più vicini anche alle aziende meno strutturate che compongono l’intera filiera produttiva, spesso pmi e MidCap. Simest avvierà un servizio di consulenza dedicata e di assistenza diretta in tutte le fasi del processo di internazionalizzazione che verrà erogato anche grazie all’apertura di cinque sedi all’estero. Alla prossima prima apertura a Belgrado, seguiranno le sedi in Nord Africa, Sud Asia, Stati Uniti e America Latina. Affinché le imprese italiane possano cogliere a pieno le opportunità della globalizzazione rimanendo competitive sui mercati internazionali, sarà dunque fondamentale assicurare un approccio condiviso con tutti gli attori del Sistema Paese per renderle resilienti ad un contesto geopolitico in costante evoluzione. In questa direzione, Simest continuerà a fornire il suo supporto promuovendo le migliori eccellenze italiane nel mondo.