Se l’adattamento a nuove condizioni (e l’evoluzione) sono conseguenze della selezione naturale teorizzata da Charles Darwin, la piattaforma di e-commerce Zalando – fondata nel 2008 e arrivata a 10,1 miliardi di euro di ricavi nel 2023, in calo dell’1,9% sul 2022 – ha preso di petto il momento congiunturale complesso che ha messo in ginocchio diversi e-player multimarca, evolvendosi in un ecosistema lifestyle del quale fanno parte i canali B2c e B2b.

Qualità di prodotti e servizi: cosa traina la crescita

Con un duplice scopo: aumentare le vendite proponendo prodotti diversi, sempre più di qualità, e un’esperienza di shopping di alto livello – tra contenuti che si intrecciano con l’entertainment e tecnologie all’avanguardia – e stringere solide partnership con brand che vogliono sbarcare sul mercato europeo (su Zalando o meno) offrendo loro la propria infrastruttura, dalla logistica al marketing, per ottimizzare le performance e minimizzare i rischi che derivano dalla complessità del mercato stesso dove convivono lingue, monete, culture e abitudini di spesa diverse.

C’è anche un terzo scopo – l’elefante nella stanza - ovvero battere le piattaforme asiatiche come Shein e Temu, che sono arrivate in Europa con una proposta ultra fast fashion, puntando sull’esatto opposto: «La dedizione alla qualità guiderà la crescita – spiega Robert Gentz, co-ceo di Zalando – e il nostro obiettivo è proprio tornare un incremento a doppia cifra, continuando a offrire a consumatori e partner la miglior esperienza possibile, rimanendo umili e umani, ma anche cogliendo le opportunità che il mercato offre».

Cinquanta milioni di clienti in Europa

Uno degli assi nella manica di Zalando – sia dal punto di vista del business diretto al consumatore sia delle partnership con i marchi che vendono sulla piattaforma – è la platea di 50 milioni di consumatori europei in cui Gen Z e Millennials ( e quindi gli under 43, sostanzialmente) giocano un ruolo importante. Sono proprio gli input ricevuti dai consumatori ad aver spinto Zalando ad elevare la proposta: «Stiamo investendo sia in prodotti sia in esperienze di shopping di qualità – dice David Schneider, co-ceo di Zalando- con contenuti che possono ispirare gli acquisti e strumenti come per esempio l’assistente alla vendita vocale che impiega l’intelligenza artificiale generativa». Circa 300mila utenti hanno interagito con questa tecnologia nei quattro Paesi in cui è in fase di sperimentazione. I designer brand – così come lo sportswear e i prodotti per la famiglia – occuperanno uno spazio sempre più importante nel mondo di Zalando: «Abbiamo già una sezione dedicata con un’esperienza più esclusiva e sofisticata anche in termini di contenuti – continua Schneider -. Funziona molto bene anche perché le giovani generazioni hanno un approccio allo shopping diverso, sono capaci di mescolare capi basic, pre owned e di lusso. E la nostra forza è proprio rispondere ai bisogni di questa clientela»

Gli investimenti nel canale B2b: logistica, software, servizi

Gli altri grossi investimenti di Zalando – che nel complesso reinveste circa il 3% dei ricavi, come spiegato dalla cfo Sandra Dembeck – sono rivolti al sistema Zeos business che integra logistica (dai centri di distribuzione ai corrieri), software (complice l’acquisizione di Tradebyte nel 2016), e servizi aggiuntivi come la creazione di contenuti. Nel 2023 Zeos ha fatturato 900 milioni di euro. «Nel 2023 le vendite lorde (gmv) del partner program di Zalando hanno superato i 2,4 miliardi – conclude Gentz – e i trend che vedono la crescita delle vendite online sono incontestabili. L’ecommerce in Europa raggiungerà i livelli degli Usa e della Cina e il nostro obiettivo è servire l’equivalente del 15% del mercato europeo della moda che (per Euromonitor, ndr) oggi vale 450 miliardi di euro».

Fonte: Il Sole 24 Ore, di Marta Casadei, 16 marzo 2024, https://www.ilsole24ore.com/art/zalando-diventa-ecosistema-tornare-crescere-AFJFKI2C

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